Tasse così alte fiaccano l’economia dei cittadini e impediscono al nostro Paese di essere competitivo con gli altri Stati. Ecco i motivi della drammatica situazione
La pressione fiscale in Italia è tra le più importanti e dure tra i Paesi dell’Eurozona. Lo sappiamo da anni ormai. Il periodo economico congiunturale, con l’inflazione galoppante che stiamo vivendo, adesso, però, ci fa ulteriormente sentire il peso di questi numeri che stiamo per darvi. Ma sapete i motivi (inquietanti) che si celano dietro questa situazione? Ecco ciò che non vi dicono.
Anni di pandemia da Covid-19, la crisi energetica acuita oggi dalla guerra in Ucraina, hanno acuito la crisi economica mondiale. Tutto il mondo soffre. Ma lo fa particolarmente l’Italia, che arrivava con anni e miliardi di debito pubblico alle spalle. Il momento attuale, dunque, non ha fatto altro che far sentire, ulteriormente, le difficoltà agli italiani.
Rincari su tutto. Dalle materie prime al carburante, passando, ovviamente, per il caro-bollette che, soprattutto nei mesi invernali, ha fiaccato privati cittadini, aggravando i bilanci familiari. Ma anche le aziende. Tante, purtroppo, le saracinesche che si sono dovute abbassare. Tutto ciò non ha fatto altro che ricordarci quanto, nel nostro Paese, le tasse siano alte. Dati che, chiaramente, scoraggiano anche gli investimenti. Pensate che l’Italia deve convivere con una zavorra di almeno 11 punti di Pil ovvero 225 miliardi di euro all’anno. Cosa porta il nostro Paese ad avere una pressione fiscale così alta? Ecco gli inconfessabili segreti.
I problemi che attanagliano l’Italia sotto il profilo economico sono, in primis, problemi di natura culturale. Riuscendo a intervenire sulla cultura degli italiani, tanto dei cittadini quanto della classe dirigente, si potrebbero avere benefici economici molto importanti. A goderne saremmo tutti.
Tra i problemi che portano infatti ad avere tasse così elevate nel nostro Paese vi sono decenni e decenni di sprechi e corruzione, nonché di una burocrazia elefantiaca, che rallenta tutto. La Cgia di Mestre (una sorta di Bibbia per quanto concerne gli aspetti economici) sottolinea la gravità della lentezza della giustizia civile, deficit infrastrutturale, gli sprechi nella sanità e nel trasporto pubblico locale. Il costo annuo sostenuto dalle imprese per la gestione dei rapporti con la Pubblica Amministrazione è stimato dalla Cgia di Mestre pari a 57,2 miliardi di euro.
La lentezza della giustizia costa al Paese 2 punti di Pil l’anno, ovvero 40 miliardi di euro. E che dire di deficit e sprechi, tanto nei trasporti, quanto nella sanità. Tutti settori nei quali si dovrebbe intervenire tramite i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Qualora si riesca a spendere il fiume di denaro già arrivato e che arriverà. Oltre a tutto ciò, infatti, c’è da menzionare il circolo vizioso innescato e alimentato da corruzione ed evasione fiscale, che impedisce al nostro Paese di essere competitivo con gli altri Stati. Ma anche a cittadini e aziende di poter avere aliquote fiscali dignitose.
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