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Economia

Pensioni, tremenda stangata nel 2023 | Sarà molto peggio del previsto

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Maria Vittoria Ciocci

L’inflazione impone un ricalcolo rispetto all’attuale valore delle pensioni su tutto il territorio nazionale. Tuttavia, alcune categorie di cittadini potrebbero risultare esclusi dal rincaro del valore dell’assegno pensionistico. Vediamo insieme tutti i dettagli.

Negli ultimi mesi, a causa della crisi energetica e del conseguente rincaro dei prezzi e dei servizi, l’inflazione ha raggiunto percentuali mai viste prima. Parliamo infatti di un’inflazione pari al 10%, fattore che mette a rischio il benessere del Paese.

Pensioni, previsto ricalcolo sulla base dell’attuale condizione di inflazione (Newsabruzzo.it)

Per questo motivo, il Mef (Ministero dell’Economia e delle Finanze) ha deciso di provvedere ad un ricalcolo della cifra pensionistica assegnata ai singoli cittadini, in modo da potersi adeguare al nuovo costo della vita. Si tratta infatti di un procedimento necessario, il cui fine riede nella lotta contro la povertà e nel tentativo di garantire ai cittadini italiani il benessere minimo, diritto garantito dalla Costituzione Italiana. A questo proposito, stando alle ultime stime circa l’inflazione nazionale, le pensioni potrebbero godere di un incremento dell’1,9% per l’anno 2022, cifra che potrebbe raggiungere il 7,3% per l’anno 2023. Il conguaglio verrà stabilito sulla base della cifra pensionistica originale, pertanto sarà modulata differentemente a seconda del singolo cittadino. Tuttavia, è bene sottolineare che non tutti potranno godere di tale rincaro rispetto al valore originario della pensione. Una particolare categoria di cittadini è esclusa dal conguaglio 2022 e 2023. Approfondiamo insieme l’argomento.

Pensionati, brutte notizie per una determinata categoria di cittadini

Come abbiamo anticipato precedentemente, il ricalcolo del Mef circa il valore della pensione ha come obiettivo quello della lotta contro la povertà su tutto il territorio nazionale. Di conseguenza, stando a quanto dichiarato dal Premier Giorgia Meloni, quest’ultimo si riferirà prevalentemente alla cifra pensionistiche minime, ma escluderà tutti quei cittadini che ricevono una pensione particolarmente sostanziosa dallo Stato Italiano. Precisamente, la rivalutazione piena dell’assegno pensionistico è riferito a tutti coloro che arrivano ad una cifra 4 volte superiore al valore minimo percepito massimo. Dopodiché, l’assegno di perequazione verrà diminuito sulla base della pensione percepita: 75% per importi 5 volte superiori al valore minimo, fino ad arrivare al 35% per assegni pari a 5.000 euro lordi. Attualmente, tale provvedimento è stato appena inserito nella Legge di Bilancio 2023, pertanto attende ancora l’approvazione del Parlamento. Giorgia Meloni sembra decisa a seguire questa via, soprattutto per evitare di assegnare cifre sostanziose a tutti quei cittadini che fondamentalmente non ne hanno bisogno. E rispetto alle pensioni? Al momento, il Consiglio dei Ministri ha approvato due tipologie di pensioni anticipate. Vediamo insieme i dettagli.

Pensioni anticipate, cosa ha deciso di Governo Meloni?

Al momento, oltre alla possibilità di accedere alla pensione all’età di 67 anni, il Governo ha approvato due particolari manovre. Citiamo quindi l’Opzione Donna, la quale prevede le seguenti pensioni anticipate: madre di due figli – accesso alle pensione all’età di 58 anni; un figlio consente l’accesso all’età di 59 anni ed infine una donna senza figli può accedere anticipatamente alla pensione all’età di 60 anni.

Pensioni anticipate approvate dal Consiglio dei Ministri (Newsabruzzo.it)

Infine, il Consiglio dei Ministri ha approvato la Quota 103, la quale prevede l’accesso alla pensione anticipata laddove il cittadino abbia accumulato 41 anni di contributi con il raggiungimento di 62 anni di età. Questo secondo quando deciso in occasione dell’approvazione della Legge di Bilancio 2023. Entrambe le agevolazioni godono di durata annuale, pertanto dovranno essere approvate ulteriormente entro l’anno 2024.

Maria Vittoria Ciocci

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