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Invalidità e 104 massima attenzione | In questo caso viene sospesa o bloccata del tutto

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Maria Vittoria Ciocci

L’assegno di invalidità stabilito dalla Legge 104 permette ad una determinata categoria di cittadini di ricevere una cifra dallo Stato Italiano. Tuttavia, occorre prestare attenzione alle documentazioni previste dall’INPS, le conseguenze potrebbero riassumersi nell’annullamento dell’agevolazione.

Il 5 febbraio 1992, il Parlamento italiano ha approvato la Legge 104 – destinata a tutti quei cittadini affetti da handicap certificato, così come agli accompagnatori associati, i coinquilini e i cosiddetti caregiver (familiare che si occupa dell’individuo diversamente abile).

Invalidità e Legge 104 – attenzione alla documentazione richiesta dall’INPS (Newsabruzzo.it)

Tale legge contempla una serie di agevolazioni finanziarie, professionali e private volte a fornire assistenza economica e psicologica alle famiglie il cui nucleo comprende un cittadino affetto appunto da handicap di qualsiasi tipo. Tra le suddette agevolazioni troviamo ad esempio particolari permessi lavorativi (sia per il disabile che per il caregiver), detrazioni fiscali rispetto ai pagamenti di visite mediche e psicologiche, esplicito diritto di integrazione lavorativa e ovviamente una cifra mensile destinata alle famiglie in modo da fornire un aiuto concreto in termini di denaro. La Legge 104 prevede la collaborazione dell’INPS (Istituto Nazionale per la Previdenza Sociale), il quale si occuperà di assegnare alle singole famiglie l’assegno previsto dalla legge approvata dal Parlamento. Tuttavia, è bene sottolineare che l’INPS per agire per tempo necessita di una particolare documentazione. Cosa succede in mancanza di tale documentazione? L’invalidità potrebbe essere annullata. Approfondiamo insieme l’argomento.

Assegno di invalidità annullato? Le motivazioni dell’INPS

Ogni anno l’INPS invia alle famiglie registrate per invalidità il modello ICRIC (Invalidità Civile Ricovero), documentazione in cui il cittadino disabile comunica eventuali ricoveri in qualsivoglia struttura sanitaria oppure di assistenza (RSA, case di cura, ospedali e così via). Quando tali strutture risultano pubbliche e a carico dello Stato Italiano, l’INPS provvede alla rimozione dell’assegno di invalidità in quanto in tal caso il servizio di assistenza è garantito dal luogo del ricovero. Generalmente, l’INPS invia automaticamente la documentazione alle famiglie, tuttavia può capitare che – per motivi logistici e di amministrazione – l’ICRIC tardi ad arrivare. In tal caso, occorre scaricare personalmente la documentazione dal sito ufficiale dell’Istituto di Previdenza Sociale in modo da inviare il tutto all’INPS a tempo debito. Da cosa nasce tutto questo? Fondamentalmente, l’assegno di invalidità ha come unico obiettivo quello di permettere al cittadino diversamente abile di poter godere di assistenza all’interno delle mura domestiche. Laddove quest’ultimo passi un periodo di convalescenza e cura in una struttura pubblica a carico dello Stato, non ha più senso che l’INPS riservi una cifra mensile alla suddetta famiglia. Ecco perché le documentazioni INPS e ICRIC rappresentano un dettaglio fondamentale per la reale riuscita della Legge 104.

Dopo quanto avviene la sospensione dell’assegno di invalidità?

Come abbiamo sottolineato, l’assegno di invalidità viene sospeso laddove il cittadino con handicap risulti ricoverato all’interno di una struttura a carico dello Stato. Tuttavia, questa procedura non avviene automaticamente, al contrario prevede determinate tempistiche. In particolare, come sottolineato dal comunicato INPS n.18291 del 26 settembre, l’annullamento dell’assegno può avvenire dopo oltre 30 giorni di ricovero in una struttura pubblica.

Assegno di invalidità, attenzione ad eventuali ricoveri sanitari (Newsabruzzo.it)

E’ bene sottolineare che – nel momento in cui il ricovero avviene in una struttura privata (a pagamento del cittadino) – l’assegno di invalidità non viene assolutamente annullato. Per ulteriori chiarimenti consigliamo di consultare il sito ufficiale dell’Istituto di Previdenza Sociale.

Maria Vittoria Ciocci

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